The European Union after 9/11

autore/author: Federico Castiglioni

pubblicato/published: 31/01/2024

 

Citazione consigliata/Suggested citation: F. Castiglioni, The European Union after 9/11, lceonline (www.lceonline.eu), 3/2023, II/osservatorio  

 

area disciplinare/disciplinary area: politica comparata e relazioni internazionali/comparative politics and international relations

parole chiave: Unione Europea, Guerra al terrore, Guerra in Afghanistan, Politica estera e di sicurezza comune (PESC)

key words: European Union; war on terror; Afghanistan war; Common Foreign and Security Policy (CFSP)

 

Summary: 1. Introductory note  2. EU foreign policy: a real actor or a façade?  3. The European Union before 9/11  4. “9/11” and the Quartet for Middle East  5. The Afghan trail  6. Conclusion

 

Abstract

 

The article examines the various and complex attempts undertaken by the European Union (EU) and its Member States to exert influence on the US-led “war on terror” and the global crisis that followed 9/11. It places special focus on the Quartet initiative in the Middle East, which involved a coordinated effort between the EU, the United States, the United Nations, and Russia, with the objective of facilitating mediation in the Israeli-Palestinian conflict. The diplomatic mediation process faced numerous obstacles, which were purportedly exacerbated by the European Union’s poor credibility with other global stakeholders. Furthermore, the study examines the concurrent efforts of the Anglo-French alliance to coordinate a unified military reaction within the European Union at the beginning of the Afghanistan conflict. The research aims to contribute to the understanding of the EU’s dynamic evolution in international diplomacy by analyzing the EU’s failure from a historical perspective. It also aims to highlight the complex web of internal rivalries and interpersonal competition among leaders that hindered the accomplishment of effective intergovernmental collaboration, despite the member states’ shared desire to achieve the objective. Beyond enhancing our knowledge of the past, the analysis could help the present by assessing the shortcomings of EU foreign policy in relation to the current threats to European unity and security, like the crisis in Ukraine.

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Lo scopo di questo articolo è ricostruire la risposta dell’Unione Europea (UE) alla guerra in Afghanistan del 2001, concentrandosi sui contemporanei sforzi delle istituzioni europee per emergere come attore rilevante nel quadro delle relazioni internazionali dell’epoca. L’obiettivo dell’indagine è gettare luce su alcuni passaggi poco conosciuti delle relazioni tra Stati Membri e istituzioni europee, nonché sui primi tentativi di applicare lo schema della neonata Politica Estera di Sicurezza e Difesa Comune (PESC) alla crisi generata dall’undici settembre. Nel quadro delle iniziative maggiormente approfondite c’è il così detto “Quartetto per il Medio Oriente”, uno sforzo collaborativo orchestrato insieme agli Stati Uniti, alle Nazioni Unite e alla Russia e mirato a mediare il conflitto israelo-palestinese. Questo tentativo di coordinare le diplomazie degli Stati membri, dei partner internazionali e quelli dell’allora “Troika” incaricata di rappresentare la PESC fallì e non fu più ripetuto, probabilmente per una mancanza di credibilità di Bruxelles come attore internazionale. La seconda parte della ricerca approfondisce invece il contemporaneo sforzo anglo-francese di organizzare una risposta militare coerente a livello di UE per rapportarsi agli Stati Uniti e contribuire alle operazioni in Afghanistan. Anche in questo contesto, dove le aspirazioni degli Stati membri dell’UE erano allineate, la complessa rete di rivalità interne e di competizione interpersonale impedì la realizzazione di una collaborazione efficace. Oltre alla ricostruzione storica di questi fallimenti, l’auspicio della presente trattazione è che, gettando luce sugli insuccessi dell’epoca, si possa contribuire a una comprensione più ampia dell’evoluzione dell’UE nell’ambito della diplomazia internazionale, anche in vista delle sfide geopolitiche in corso, come il conflitto in Ucraina, che mettono alla prova la coesione e la sicurezza collettiva del continente.

 

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